Renata Lucas

Third Time
2012/02/04

Renata Lucas si interroga sullo spazio che viviamo, sulla nostra percezione di esso e le relazioni che vi si instaurano, nella consapevolezza che non esistano risposte oggettive da trovare ma solo possibilità da sperimentare. I suoi progetti consistono in interventi, a volte invasivi a volte sottili, nelle architetture e negli spazi con cui l’artista interagisce e sono sempre il frutto di un lungo processo fatto di esperimenti, continue mediazioni e fallimenti. Ogni suo lavoro è un tentativo di sospendere le regole, di misurare i “limiti” delle possibilità, utilizzando i limiti stessi come contenuto da sviluppare di volta in volta in nuove direzioni. Invitata a confrontarsi con lo spazio di Peep-Hole, Renata Lucas ha ideato un progetto che è il risultato di un’esperienza diretta del luogo, dell’analisi della sua storia recente, delle sue modalità operative come istituzione d’arte e della relazione tra le persone che lo vivono e del lavoro che lì svolgono.

Come l’artista racconta: Questo lavoro ha avuto origine molto tempo fa, quando ho scoperto che la Statua del Cristo Redentore, posta sulla cima del monte Corcovado a Rio de Janeiro, era stata illuminata dall’Italia al momento della sua inaugurazione, di cui tra l’altro quest’anno ricorre l’ottantesimo anniversario (12 Ottobre 1931). Si suppone, anche se non vi è notizia certa, che Guglielmo Marconi abbia utilizzato le onde radio per attivare le luci del Cristo dall’altra parte dell’Oceano Atlantico – c’è chi dice da Roma, chi da Napoli e chi da Coltano (Pisa). Quello è stato un momento di grande speranza nella tecnologia, nell’idea di poter finalmente superare le distanze e creare, con  l’unico e semplicissimo gesto di accendere le luci, un evento pubblico allargato, dislocato nello spazio e nel tempo. Non importa se l’evento si sia realmente verificato, quello che mi affascina è l’idea che esso non sia avvenuto né nel tempo del luogo d’origine del segnale, né in quello del luogo di destinazione, ma sia rimasto sospeso in qualche punto dello spazio e del tempo, una sorta di ‘terzo tempo’ tra i due paesi. Così ho iniziato a pensare di sovrapporre le due architetture solo attraverso gli impianti elettrici, facendo dei due edifici un unico spazio, contro ogni logica fisica, facendoli ‘operare’ insieme in una sorta di ‘terza posizione’ nello spazio e nel tempo. Il risultato è stato in qualche modo restituire al mittente quell’atto avvenuto (forse) tanti anni fa, inviando la luce a Milano, questa volta in una situazione prosaica, attraverso il semplice gesto di accendere e spegnere le luci di casa mia a Rio de Janeiro. (R.L.)

Third Time consiste, infatti, nella riproduzione dell’impianto elettrico dell’abitazione di Renata Lucas all’interno dello spazio di Peep-Hole, riposizionando le luci dello stesso in base alla disposizione di quelle dell’abitazione a Rio de Janeiro. In tal modo le luci di casa – utilizzate nella vita di tutti i giorni – “ritmano” lo spazio espositivo e realizzano al suo interno una sorta di coreografia basata sul movimento di attori invisibili. Attraverso un impianto di domotica, i due ambienti sono direttamente collegati e ogni qual volta una luce viene accesa o spenta nell’appartamento di Rio de Janeiro, la sua corrispondente a Milano si accende o spegne, creando un legame spazio-temporale nel quale l’assenza fisica dell’artista si trasforma in “presenza” che modifica il luogo espositivo. Decostruendo ogni enfasi di spiritualità legata alla simbologia della luce, Third Time si concentra sullo spazio domestico e i tempi che scandiscono la vita di tutti i giorni, intessendo all’interno della sede espositiva una narrazione del quotidiano in divenire. La scelta dell’artista di utilizzare le luci al neon esistenti rende ancora più evidente il dislocamento della loro funzionalità originaria e amplifica la percezione della sua presenza nello spazio. Nessun’altra luce infatti funzionerà per tutta la durata della mostra e ogni attività svolta all’interno dello spazio sarà condizionata completamente dalla presenza e dai movimenti dell’artista nella sua abitazione, a una distanza non solo fisica ma anche temporale (3 ore di fuso orario in questo momento dell’anno). Completa l’installazione una vecchia radio collocata su una delle librerie dell’ufficio. La radio ha la particolarità di captare sulle modulazioni di frequenza (FM) le emittenti radiofoniche italiane mentre nelle onde corte (SW) una sola emittente brasiliana in alcuni momenti della giornata. Quasi come una colonna sonora che scandisce il tempo, la radio è storicamente anche un “contatore del tempo”, tanto che ancora oggi molte trasmissioni radiofoniche annunciano lo scoccare di ogni ora. Anche in questo elemento, il semplice gesto di premere un tasto produce una sospensione e uno spostamento tanto ideali quanto reali nello spazio e nel tempo. Third Time segna uno snodo cruciale nel percorso intrapreso a oggi da Peep-Hole, nato proprio con il presupposto di operare mettendo al centro di ogni sua attività l’artista e la sua opera. Renata Lucas ha portato alle estreme conseguenze tale assunto, con un progetto in cui lo spazio, il suo funzionamento e la sua attività giornaliera sono completamente nelle mani dell’artista.

Renata Lucas è nata nel 1971 a Ribeirao Preto, Brasile. Vive e lavora a Rio de Janeiro. Tra le recenti mostre personali ricordiamo: Ernst Schering Foundation Art Award, KW Institute for Contemporary Art, Berlino (2010), Resident, Gasworks, Londra (2007), Falha, REDCAT, Los Angeles (2007). Renata Lucas ha partecipato a numerose mostre collettive, tra le quali: The Spiral and the Square. Exercises on translatability, Bonniers Konsthall, Stoccolma (2011), Short Time, Half House, Barcellona (2009), Time as Matter, MACBA, Barcellona (2009), The World as a Stage, ICA, Boston (2008) e Tate Modern, Londra (2007). Ha inoltre partecipato a importanti manifestazioni internazionali come la 12a Biennale di Istanbul, Istanbul (2011), la 53a Biennale di Venezia, Venezia (2009), la Yokohama Triennale, Yokohama (2008), la 16a Biennale di Sydney, Sydney (2008), la 27a Biennale di San Paolo (2006). Nel 2009 è stata vincitrice del Dena Foundation Art Award, Parigi, ed è stata selezionata per lo IASPIS International Artists Studio Program, Stoccolma. Nel 2010 ha partecipato al programma The Magnificent Sevenal Wattis Institute for Contemporary Arts, San Francisco.

01. Renata Lucas
Third Time, 2011
Veduta dell'installazione, Peep-Hole

02. Renata Lucas
Third Time, 2011
Veduta dell'installazione, Peep-Hole

03. Renata Lucas
Third Time, 2011
Veduta dell'installazione, Peep-Hole

04. Renata Lucas
Third Time, 2011
Veduta dell'installazione, Peep-Hole

05. Renata Lucas
Third Time, 2011
Veduta dell'installazione, Peep-Hole

06. Third Time, 2011
La planimetria della casa dell'artista a Rio de Janeiro si sovrappone a quella di Peep-Hole a Milano

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