Adriano Costa
La ricerca di Adriano Costa prende le mosse dal potenziale narrativo della quotidianità, da quel flusso di elementi costituito da oggetti comuni, domestici e residuali che accosta e riassembla in composizioni essenziali, con una forte dimensione poetica. Interessato a sondare il momento in cui l’oggetto non è ancora definito come opera, l’artista brasiliano indaga i diversi aspetti del visibile e la natura dei materiali, coniugando solidità e fragilità e giustapponendo forme, motivi e colori per creare progressioni geometriche dotate di qualità emozionali e musicali, di ritmiche intuitive e spontanee, organiche e vitali, formalmente vicine ai principi dell’arte neo-concreta e minimalista. Frutto di aggiustamenti progressivi e dall’apparenza leggera e casuale, le opere di Costa – che spaziano da dipinti tridimensionali di grande formato a installazioni ambientali a sculture e lavori fotografici – esplicitano proprio nel loro delicato equilibrio formale e nell’intento anti-monumentale una posizione critica nei confronti della contemporaneità.
Nel progetto ideato per Peep-Hole, intitolato La Commedia dell’Arte, Adriano Costa sviluppa diversi interventi incentrati sul tema dell’invisibilità, delle condizioni di lavoro nelle società capitalistiche, dello statuto degli oggetti in quanto merci, il tutto sullo sfondo delle relazioni controverse e di sfruttamento coloniale tra l’Europa e gli Stati a sud del mondo. Il riferimento del titolo alla storica forma teatrale italiana è legato in particolare all’uso delle maschere che nella Commedia dell’Arte corrisponde a personaggi definiti, a sottolineare gli schemi e i ruoli precostituiti su cui tali relazioni si basano. Le premesse su cui questo progetto si fonda non sono di natura sociale o antropologica, quanto piuttosto autobiografica: punto di partenza è infatti per Costa una riflessione sul sistema dell’arte e sulla propria condizione di artista latinoamericano che lavora in Europa. Nella prima sala dello spazio espositivo una piccola scultura in bronzo installata a parete, simile alle targhe funerarie, riporta la scritta “BRAZILIAN WAX”. Mettendo insieme la tradizione scultorea occidentale e uno tra i prodotti brasiliani di maggior esportazione internazionale, la ceretta, International Division of Labour – 1 (2014) restituisce uno degli stereotipi della nazione sudamericana nel mondo e evidenzia la posizione di sudditanza economica e culturale del Brasile nei confronti dell’Occidente, contraddistinta dalla tendenza a copiarne le forme a scapito di una tradizione locale. International Division of Labour – 2 (2014), l’installazione che occupa quasi interamente la stanza centrale dello spazio, è costituita da una pedana e una serie di borse contraffatte acquistate da venditori ambulanti e disposte come altrettante sculture su un piedistallo. Il bisogno di rispondere a desideri creati a regola d’arte dal consumismo è rappresentato dal commercio di falsi e dal binomio merce-opera. Come sempre nell’opera di Costa, diventa centrale la scelta del materiale: in questo caso il finto marmo della pedana, il cui uso è diffusissimo nella classe media brasiliana, ribadisce il debito culturale nei confronti di una tradizione artistica estranea. La mostra si chiude con How to Be Invisible in High Heels (2014), sequenza di quindici stele monocrome e apparentemente identiche disposte in modo da costruire nello spazio una composizione geometrica rigorosa. La forma astratta di queste sculture ha in realtà una forte componente biografica: ogni elemento si distingue infatti per la propria specifica altezza che equivale a quella raggiunta, indossando i tacchi, da ciascuna transessuale brasiliana incontrata a Milano dall’artista per la sua ricerca. Una galleria di ritratti dunque, il cui apparente minimalismo è smentito anche dal materiale utilizzato, un impasto friabile e poroso composto da cemento, sabbia e terra rossa, che sottolinea la condizione di estrema vulnerabilità di chi è costretto a esporsi quotidianamente. Attraverso questa raccolta di simulacri di corpi e oggetti, La Commedia dell’Arte riflette dunque sullo spazio liminale tra visibilità e invisibilità, attraverso opere che traducono in chiave poetica questioni sociali urgenti e stemperano laloro forte dimensione politica in un’evidente ricerca formale e estetica.
Adriano Costa e Peep-Hole ringraziano Antonia Monopoli, ALA Milano Onlus.
Adriano Costa (Nato nel 1975 a San Paolo, dove vive e lavora) ha partecipato a numerose mostre, tra le quali Under the Same Sun: Art from Latin America Today, Guggenheim, New York, 2014; Imagine Brazil, Musee D’Art Contemporain de Lyon, Lione, Francia e Astrup Fearnley Museet, Oslo, Norvegia, 2014; Time Space Poker Face, Be-Part, Waregen, Belgio, 2013; Mythologies, Cité Internationale des Arts, Parigi, 2011. Tra le mostre personali: Touch me I am geometrically sensitive, Sadie Coles HQ, Londra, 2014; Adriano Costa, Zabludowicz Collection, Londra, 2014;Mar Morto Provisório, Galerie Krinzinger, Vienna, Austria, 2013; Crisis Doesn’t Matter If You Love Me, Galeria Nuno Centeno, Porto, Portogallo, 2012; Plantation, Mendes Wood, San Paolo, Brasile, 2012; Programa Anual de Exposições, Centro Cultural São Paulo, San Paolo, Brasile, 2010; Black Barroco, Galeria Polinesia, San Paolo, Brasile, 2009.
01. Adriano Costa, International Division of Labour – 1, 2014
Bronzo, 13x31 cm
Ph Andrea Rossetti
02. Adriano Costa. La Commedia dell’Arte
Veduta della mostra, da sinistra: International Division of Labour – 1, 2014, bronzo, 13x31 cm; International Division of Labour – 2, 2014, legno, laminato marmo, borsette, buste di plastica, cinture, marsupi, riviste, scatole di cartone, 50x384x500 cm
Ph Andrea Rossetti
03. Adriano Costa. La Commedia dell’Arte
Veduta della mostra, in primo piano: International Division of Labour – 2, 2014, legno, laminato marmo, borsette, buste di plastica, cinture, marsupi, riviste, scatole di cartone, 50x384x500 cm
Ph Andrea Rossetti
04. Adriano Costa. La Commedia dell’Arte
Veduta della mostra, in primo piano: International Division of Labour – 2, 2014, legno, laminato marmo, borsette, buste di plastica, cinture, marsupi, riviste, scatole di cartone, 50x384x500 cm
Ph Andrea Rossetti
05. Adriano Costa, International Division of Labour – 2, 2014 (particolare)
Legno, laminato marmo, borsette, buste di plastica, cinture, marsupi, riviste, scatole di cartone, 50x384x500 cm
Ph Andrea Rossetti
06. Adriano Costa, International Division of Labour – 2, 2014 (particolare)
Legno, laminato marmo, borsette, buste di plastica, cinture, marsupi, riviste, scatole di cartone, 50x384x500 cm
Ph Andrea Rossetti
07. Adriano Costa, How to be Invisible in High Heels, 2014
Cemento, sabbia, terra rossa, ferro, 50x5cm ciascuno, altezze variabili
Ph Andrea Rossetti
08. Adriano Costa, How to be Invisible in High Heels, 2014 (particolare)
Cemento, sabbia, terra rossa, ferro, 50x5cm ciascuno, altezze variabili
Ph Andrea Rossetti
09. Adriano Costa, How to be Invisible in High Heels, 2014 (particolare)
Cemento, sabbia, terra rossa, ferro, 50x5cm ciascuno, altezze variabili
Ph Andrea Rossetti
10. Adriano Costa. La Commedia dell’Arte
Veduta della mostra, in primo piano: How to be Invisible in High Heels, 2014, cemento, sabbia, terra rossa, ferro, 50x5cm ciascuno, altezze variabili. In secondo piano: International Division of Labour - 2, 2014, legno, laminato marmo, borsette, buste di plastica, cinture, marsupi, riviste, scatole di cartone, 50x384x500 cm
Ph Andrea Rossetti