Extra DRY è il programma dedicato al video in Italia curato da Peep-Hole negli spazi di DRY Cocktails & Pizza in via Solferino 33 a Milano. Dopo aver presentato il lavoro di artisti italiani delle ultime generazioni, Peep-Hole dedica la terza edizione alla sperimentazione video degli anni Sessanta e Settanta e presenta quattro cicli monografici con le opere di Anna Valeria Borsari, Ugo La Pietra, Luca Maria Patella e Franco Vaccari. 
Franco Vaccari presenta i video Nei sotterranei (1966-1967), La placenta azzurra (1968), Feed-back (1972).

I video, lavori storici realizzati in pellicola o su nastro magnetico, in seguito trasferiti su supporto digitale, sono installati nei diversi ambienti del locale e visibili in periodi di tre mesi durante gli orari regolari di apertura, offrendo a un pubblico allargato la possibilità di avvicinarsi ad alcune delle ricerche artistiche più interessanti sviluppate in Italia con l’impiego del mezzo video.

Nei sotterranei
Film 8mm trasferito su 16mm e formato digitale
6’56”, 1966-1967
«Dalle pareti di cessi e scantinati i graffiti sono ripresi come una forma di poesia anonima, poesia trovata» (Franco Vaccari). Le ricerche degli esordi dell’artista nell’ambito della poesia visiva trovano qui il loro corrispettivo filmico, nelle scritte murali nascoste, spesso a sfondo sessuale, e nei messaggi pubblicitari. Il montaggio mescola riprese di interni e di esterni caratterizzati dal senso di abbandono, con interventi diretti sulla pellicola e inserzioni di alcune opere fotografiche della serie delle Esposizioni in Tempo Reale.

La placenta azzurra
Film 8mm trasferito su 16mm e formato digitale
5’17”, 1968
L’artista riprende delle sequenze televisive e le assembla attraverso un’operazione di montaggio: ciò che ne risulta è un susseguirsi di immagini in cui da una situazione informe e indistinta si passa progressivamente al trionfo della forma, per poi assistere nuovamente al suo disgregarsi, fino a tornare al caos e all’entropia di partenza. È la bassa definizione che interessa Vaccari, la tessitura di linee che si genera nelle interferenze e nelle deficienze di funzionamento, dunque la scrittura dell’immagine per punti luminosi. È un film che riflette sulle proprietà intrinseche della tecnica cinematografica e sulle potenzialità espressive di un  materiale come il video.

Feed-back
Videotape ½” riversato in video e formato digitale
4’20”, 1972 (produzione Luciano Giaccari)
Sorta di autoritratto, è la prima opera girata in video di Vaccari, che come in altri lavori, mette in dialogo il medium filmico con quello fotografico della polaroid. L’immagine in movimento e quella fotografica creano una relazione diversamente mediata con la realtà. L’opera pone inoltre in evidenza la principale caratteristica del video che, a differenza della pellicola filmica, consente all’operatore, attraverso il circuito chiuso, di vedere e controllare le immagini che sta girando e dunque di ‘vedersi girare’. 

Franco Vaccari è nato a Modena nel 1936. Ha ricevuto una formazione scientifica ed è laureato in Fisica. Dopo un debutto artistico come poeta visivo, nel 1969 realizza la prima delle sue Esposizioni in Tempo Reale, concetto la cui invenzione gli viene da subito riconosciuta. Il tema della traccia e l’utilizzo del medium fotografico e video sono costanti, sempre presenti nel suo lavoro. Tuttavia, fin dall’inizio, Vaccari non utilizza la fotografia e il video per produrre immagini mimetiche, analogiche, ma come una prova di presenza, un segno, una traccia fisica dell’esserci. Vaccari ha sempre accompagnato la sua produzione artistica con altrettante riflessioni teoriche tra le quali Fotografia e inconscio tecnologico, pubblicato nel 1979. Tra le più ultime mostre personali ricordiamo: Rumori telepatici, Fondazione Morra Greco Napoli (2014); Franco Vaccari, Mostyn, Galles (2013). Tra le collettive recenti: Monnaie de Paris, Parigi (2015); Musée de L’Elysée, Lausanne (2012); Kunsthalle Basel (2010); 8th Gwangju Biennale, Gwangju (2010); Neue Galerie, Graz (2009).