John Henderson

JOHN
2013/03/23

Attraverso un’analisi stratificata e puntuale del linguaggio pittorico e della tradizione critica a esso correlata, John Henderson condensa nel suo lavoro la storia della pittura contemporanea astratta e minimale. Utilizzando mezzi espressivi anche estranei alla pittura, come video, scultura e fotografia, l’artista realizza lavori che si collocano in un terreno liminale tra l’opera d’arte e l’oggetto, la produzione in serie e il pezzo unico. Nel lavoro di Henderson il gesto pittorico si relaziona spesso in modo dialogico con la serialità della produzione industriale, perlopiù attraverso la pratica ricorrente della fusione in metallo di dipinti. Dopo essere stati riprodotti in bronzo, ottone e alluminio, i dipinti originali dell’artista vengono distrutti lasciando traccia di sé nelle repliche in metallo, che restano come una sorta di documentazione e surrogato scultoreo degli originali. Il risultato sono opere che hanno una forte dimensione concettuale e allo stesso tempo un’evidente sensibilità formale e che declinano la pittura come un campo di indagine aperto piuttosto che come espressione individuale risolta. La natura dialettica del lavoro di John Henderson è centrale anche nel progetto espositivo per Peep-Hole, concepito come una sorta di rappresentazione della “scissione” tra immediatezza e sospensione, tra prossimità e distanza, tra originalità e riproducibilità. Il titolo stesso, JOHN – metà del nome dell’artista – fa riferimento alla dicotomia che scandisce tutta la mostra, costruita in stretta relazione con lo spazio architettonico lasciando alle diverse opere esposte il compito di accentuarne simmetrie e discontinuità. All’inizio del percorso espositivo il video No title , che documenta la distruzione fredda e distaccata da parte dell’artista di tre fusioni di dipinti all’interno del suo studio, può essere letto come un’introduzione all’intero progetto. In No title ogni fusione viene colpita fino a spezzarsi in due: attraverso il gesto di infrangere quello che dovrebbe essere il risultato finale del processo creativo, il video enfatizza l’attitudine digressiva della pratica di Henderson, ampliando e rendendo più complessa la relazione con l’opera.

La nuova serie di fusioni in mostra reitera la frammentazione presentata nel video. Henderson definisce queste fusioni “ibridi” perché ogni opera è composta da due differenti materiali. Ciascuno di questi lavori nasce infatti dal calco di un dipinto, fuso per metà in bronzo e per l’altra metà in ottone, le cui parti sono poi congiunte formando una superficie unica, come a ricomporre l’unità perduta del dipinto che li ha generati. La giunzione rigorosamente verticale e centrale che unisce le due metà se da un lato rimanda alla simmetria dello spazio, dall’altro ha riferimenti storici nelle celebri “zip” (cerniere) di Barnett Newman. Con gli Hybrids, Henderson sottolinea consapevolmente la loro natura “artificiosa” e il lavoro materiale inerente al processo della loro produzione. A fare da contrappunto a questa serie, un ciclo di dipinti a olio e uno di fotografia e che completano la pluralità linguistica e formale di cui si compone la mostra. I quadri a olio con le loro attente composizioni, le pennellate virtuose e le variazioni cromatiche si pongono in netto contrasto da una parte ai surrogati metallici dei dipinti e dall’altra alle fotografia e (Flowers), e se queste ultime – fotografie di fotografie ridipinte – elaborano l’espressione pittorica attraverso la distanza resa dal mezzo tecnologico, i quadri a olio presentano un accumulo di gesti utilizzando i materiali tradizionali della pittura. Chiude il percorso espositivo una versione rivisitata della serie dei Recasts, gruppi di pannelli dipinti che fanno eco alla superficie metallica dei calchi come fossero delle versioni contraffatte degli stessi. Disposti all’interno di strette griglie verticali, i singoli dipinti perdono la loro “specificità” e unicità e si approssimano a una serialità scultorea e a un rigido inquadramento minimalista. Il Recasts è qui per la prima volta presentato come elemento auto-portante; il modo in cui esso divide lo spazio e la sua verticalità rimandano, indirettamente, alla natura “scissa” degli Hybrids e, più direttamente, alla linea di saldatura centrale e verticale che li caratterizza. Infine, l’accostamento del Recasts a un piccolo dipinto installato sul retro, ripropone una “dualità” che fa di questo lavoro una sintesi dell’intera mostra.

John Henderson (Minneapolis, 1984. Vive e lavora a Chicago) ha conseguito il diploma in Pittura e Disegno alla School of the Art Institute of Chicago e in Teoria e Pratica Artistica alla Northwestern University dell’Illinois. Tra le mostre personali più recenti: He’s an interesting thinker, Galerie Perrotin Hong Kong, 2013; The man I wanted to marry before I found out about sex, Galleria T293, Napoli, 2011; 12 x 12: John Henderson, Museum of Contemporary Art, Chicago, 2011.

01. JOHN – JOHN HENDERSON, veduta della mostra presso Peep-Hole
Ph: Andrea Rossetti

02. John Henderson, No title, 2012
Video digitale, 3' 16''
Ph: Andrea Rossetti

03. JOHN – JOHN HENDERSON, veduta della mostra presso Peep-Hole
Ph: Andrea Rossetti

04. John Henderson, Cast, 2013 (particolare)
Calco in bronzo, 152,4 x 121,9 cm
Ph: Andrea Rossetti

05. JOHN – JOHN HENDERSON, veduta della mostra presso Peep-Hole
Ph: Andrea Rossetti

06. JOHN – JOHN HENDERSON, veduta della mostra presso Peep-Hole
Ph: Andrea Rossetti

07. JOHN – JOHN HENDERSON, veduta della mostra presso Peep-Hole
Ph: Andrea Rossetti

08. JOHN – JOHN HENDERSON, veduta della mostra presso Peep-Hole
Ph: Andrea Rossetti

09. John Henderson, Untitled Painting, 2012-2013
Olio su tela, 50,8 x 40,64 cm
Ph: Andrea Rossetti

10. JOHN – JOHN HENDERSON, veduta della mostra presso Peep-Hole
Ph: Andrea Rossetti

11. John Henderson, Flowers, 2013
Fotografia, 51 x 41 cm
Ph: Andrea Rossetti

12. JOHN – JOHN HENDERSON, veduta della mostra presso Peep-Hole
Ph: Andrea Rossetti

13. JOHN – JOHN HENDERSON, veduta della mostra presso Peep-Hole
Ph: Andrea Rossetti

14. John Henderson, Recasts (aluminum), 2013 (particolare)
14 pannelli dipinti in cornici di quercia rossa, 236,2 x 87,6 cm
Ph: Andrea Rossetti

15. JOHN – JOHN HENDERSON, veduta della mostra presso Peep-Hole
Ph: Andrea Rossetti

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