Paolo Gioli
Paolo Gioli dagli anni Sessanta porta avanti una complessa ricerca attorno alla genesi delle immagini, alla natura dell’esperienza estetica e al funzionamento dei processi visivi. Costantemente improntata alla sperimentazione tecnica e linguistica, la sua pratica artistica si muove con disinvoltura tra forme espressive differenti che spaziano dal disegno alla pittura, dal film alla fotografia, all’insegna di una contaminazione continua che impiega modalità di derivazione cinematografica per scopi fotografici, e un approccio marcatamente pittorico nell’utilizzo dei materiali e nella scelta dei supporti. Le sue complesse sperimentazioni sono diventate un punto di riferimento nell’ambito del cinema sperimentale e della fotografia contemporanea: dalla riscoperta e l’uso radicale del foro stenopeico all’impiego di strumenti auto-progettati o oggetti trovati per sottrarsi a qualsiasi legame con l’ottica e la meccanica, dall’utilizzo inconsueto dei materiali Polaroid trasferiti sui più svariati supporti come carta da disegno, tela, seta serigrafica, alle indagini sui processi di sviluppo o sulla tecnica del fotofinish.
Tuttavia la complessità del suo lavoro non è circoscrivibile esclusivamente all’interno della sfera cinematografica o fotografica. La sua continua sfida verso le infinite possibilità di ricavare immagini da circostanze spontanee, legate alla natura, al corpo o a oggetti esistenti, è stata portata avanti all’interno di un campo d’indagine ampio in cui il cinema incontra la pittura, la pittura incrocia la fotografia e viceversa.La mostra presenta un corpo di opere che datano dagli anni Sessanta alla fine degli anni Duemila, a rappresentare i nuclei fondanti e i temi ricorrenti della produzione di Paolo Gioli, attraverso una selezione che evidenzia il fondamentale spostamento dalla pittura al cinema e alla fotografia. Alcune serie chiave della sua produzione come i Fotofinish, le Autoanatomie, le Naturae e gli Omaggi, si affiancano in mostra a lavori più inediti come alcuni dipinti e disegni realizzati negli anni Sessanta, in un percorso che attraversa in modo trasversale la vasta produzione dell’artista dimostrando come il passaggio da un linguaggio a un altro, da un medium o da una tecnica all’altra sia sempre fluido, biunivoco e senza soluzione di continuità.
Paolo Gioli (Sarzano di Rovigo, 1942. Vive e lavora a Lendinara, Rovigo) dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti a Venezia, alla fine del 1967 si trasferisce a New York dove vive per circa un anno e inizia ad interessarsi al cinema e alla fotografia. Tornato in Italia nel 1968, si stabilisce a Roma dal 1969 al 1975. Nel 1969 realizza il suo primo film, mentre in fotografia comincia a utilizzare la tecnica del foro stenopeico, e successivamente del fotofinish e dell’emulsione Polaroid trasferita su diversi supporti. Dagli anni Ottanta partecipa a diverse mostre ed eventi espositivi. Tra le principali mostre personali ricordiamo quella all’Istituto Nazionale della Grafica-Calcografia di Roma (1981), al Musée Nicéphore Nièpce di Châlon s/Saône e al Centre Georges Pompidou di Parigi (1983), alla George Eastman House, Rochester (1986), a Palazzo Fortuny di Venezia e al Museo Alinari di Firenze (1991), al Palazzo delle Esposizioni di Roma (1996), al Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, Milano (2008). Dal 1974 a oggi ha partecipato alle principali rassegne di cinema sperimentale oltre che ad importanti mostre internazionali come la Biennale di Venezia. Le sue opere sono presenti nelle collezioni dei più grandi musei europei e statunitensi, tra cui Centre Georges Pompidou Parigi, Art Institute Chicago, MoMA New York, Minneapolis Institute of Art, Istituto Nazionale per la Grafica Roma, Museo di Fotografia Contemporanea Cinisello Balsamo (MI).
Peep-Hole ringrazia Paolo Vampa. Un ringraziamento speciale a Daniele Fragapane per la consulenza curatoriale.
01. Paolo Gioli, veduta della mostra. Da sinistra: Toraci, 2007, Polaroid 20x24’’, camera ottica; Vessazioni, 2007, Polaroid 20x24’’, camera ottica; Toraci, 2010, Polaroid 20x24’’, camera ottica; 1° Gruppo delle Creature, 1963, carboncino su carta
Ph Andrea Rossetti
02. Paolo Gioli, Vessazioni, 2007
Polaroid 20x24’’, camera ottica
Courtesy l'artista
03. Paolo Gioli, 1° Gruppo delle Creature, 1963
carboncino su carta
Courtesy l'artista
04. In primo piano, da sinistra: Cristo morto, 1965, olio su tela; Grande nudo coricato sul lato destro, 1965, olio su tela. In secondo piano: Scomponibile, 1970, olio su tela, carboncino e pastello, stampa fotografiche b/n
Ph Andrea Rossetti
05. Da sinistra: Schermo-schermo, 1974, olio su tela, stampa fotografiche b/n; Immagini disturbate da un intenso parassita, 1970, film 16 mm b/n, suono, 24 ftg/s, 45’; Schermo-schermo, 1975, serigrafia su tela con interventi manuali
Ph Andrea Rossetti
06. In primo piano: Schermo-schermo, 1975, serigrafia su tela con interventi manuali. Rear: 1° Gruppo delle Creature, 1963, carboncino su carta
Ph Andrea Rossetti
07. In primo piano, da sinistra: Scomponibile, 1970, olio su tela, carboncino e pastello, stampa fotografiche b/n; Schermo-schermo, 1974, olio su tela, stampe fotografiche b/n. In secondo piano: Grande proiezione orizzontale, 1969, olio su tela
Ph Andrea Rossetti
08. Da sinistra: Grande proiezione orizzontale, 1969, olio su tela; Trittico blu, 1966, olio su tela; Schermo-schermo, 1974, olio su tela, stampe fotografiche b/n
Ph Andrea Rossetti
09. Da sinistra: Grande sviluppo rosso, 1966, olio su tela; Grande proiezione orizzontale, 1969, olio su tela
Ph Andrea Rossetti
10. Paolo Gioli, Scomponibile, 1966
olio su tela
Courtesy l'artista
11. In primo piano, da sinistra: L’ombrello e l’Angelico, 1965, olio su tela; Scomponibile, 1966, olio su tela; Utensile Scomponibile, 1967, carboncino su carta; The Big Lens, 1968, carboncino e pastello su carta. In secondo piano: Schermo-schermo, 1975, serigrafia su tela con interventi manuali
Ph Andrea Rossetti
12. Paolo Gioli, The Big Lens, 1968
carboncino e pastello su carta
Courtesy l'artista
13. Paolo Gioli, Volti attraverso, 1987-2002, photo finish, stampa fotografica b/n
Ph Andrea Rossetti
14. Paolo Gioli, Volti attraverso, 1987-2002, photo finish, stampa fotografica b/n
Courtesy l'artista
15. Paolo Gioli, Figure dissolute, 1974-78
photo finish, stampa fotografica b/n
Ph Andrea Rossetti
16. Paolo Gioli, Autoanatomie, 1987
Polaroid su seta, colore acrilico, matita, carta
Courtesy l'artista
17. Paolo Gioli, Autoanatomie, 1987
Polaroid su seta, colore acrilico, matita, carta
Courtesy l'artista
18. Da sinistra: Autoanatomie, 1987
Polaroid su seta, colore acrilico, matita, carta; Vulva, 2004, stampa fotografica b/n, Ingrandimento di positivo ottenuto per contatto da negativo su carta; Vulva, 2004, stampa fotografica b/n, ingrandimento di un negativo impressionato per contatto riflesso
Ph Andrea Rossetti
19. Paolo Gioli, Naturae, 2009, Polaroid 20x24’’, colore acrilico, camera ottica
Courtesy l'artista
20 Da sinistra: Vulva, 2004, stampa fotografica b/n, Ingrandimento di positivo ottenuto per contatto da negativo su carta; Vulva, 2004, stampa fotografica b/n, ingrandimento di un negativo impressionato per contatto riflesso; Naturae, 2009, Polaroid 20x24’’, colore acrilico, camera ottica
Ph Andrea Rossetti
21. Paolo Gioli, Sconosciuti, 1994, stampa fotografica b/n
Courtesy l'artista
22. Da sinistra: Volto sorpreso al buio, 1995, film 16 mm b/n, muto, 18 ftg/s, 6’; Sconosciuti, 1994, stampa fotografica b/n
Ph Andrea Rossetti
23. Da sinistra: Eakins/Marey - L’uomo scomposto, 1982, Polaroid Polacolor type 59, seta, matita, carta; Cameron Obscura, 1981, Polaroid Polacolor type 89, seta, matita, carta; Omaggio a Nièpce, 1983-89, Polaroid Polacolor type 88 e type 89, carta
Ph Andrea Rossetti
24. Paolo Gioli, Cameron Obscura, 1981, Polaroid Polacolor type 89, seta, matita, carta
Courtesy l'artista