Six Ways to Sunday, CAC Brétigny

Reversibility – A Theatre of De-Creation Chapter III
2012/05/19

Un progetto di Pierre Bal-Blanc. Con Andrea Büttner, Esther Ferrer, Felix Gonzalez-Torres, Sanja Ivekovic, Ben Kinmont, Jiří Kovanda, Marcello Maloberti, Teresa Margolles, Emilie Parendeau, Martha Rosler, Santiago Sierra, Slaven Tolj, Isidoro Valcárcel Medina. Reversibility – A Theatre of De-Creation (Reversibilità – Un teatro della de-creazione) è un’analisi sotto forma di mostra del concetto di “mediazione” dell’opera d’arte attraverso  la  sua “de-creazione” per mezzo di una conversione temporanea in un altro modello cognitivo che permetta al pubblico di avvicinarsi al lavoro dell’artista. Allo stesso tempo, il progetto intende mostrare la reversibilità dei due processi di creazione e de-creazione che sono parte dell’opera in ogni circostanza, sia nel momento in cui il processo creativo si qualifica come opera d’arte, sia in quello del suo declassamento a prodotto/feticcio culturale. 

Il prologo di Reversibility ha avuto luogo nello stand di The Fair Gallery (gb agency, Parigi; Hollybush Gardens, Londra; Jan Mot, Bruxelles; Raster, Varsavia), nel contesto commerciale della Frieze Art Fair di Londra, nel 2008. Il suo sviluppo è stato presentato nel 2010, all’interno di un’istituzione pubblica, il CAC Brétigny – Centre d’art contemporain di Brétigny. L’epilogo ha luogo nel 2012 da Peep-Hole, uno spazio indipendente non profit, finanziata dalle donazioni di artisti. La struttura attanziale in tre parti di Reversibility – A Theatre of De-Creation riprende lo schema dell’epica classica: prologo, sviluppo (dell’azione) e epilogo (il finale). In occasione di ciascun capitolo e all’interno di ogni insieme di opere, un lavoro storico è messo specificatamente in relazione con uno scenario ogni volta differente (commerciale, istituzionale e indipendente), seguendo un principio di equivalenza funzionale e simbolica: al prologo che si è svolto nell’ambito di Frieze a Londra faceva da cornice un’opera storica di David Lamelas, Dos Espacios Modificados(1967 -2008); la seconda parte, presentata al CAC, Brétigny era costruita attorno a Floating Wall(2009) di Robert Breer; l’epilogo presentato da Peep-Hole, Milano è scandito dai ritmi di No Necesita Título (1990–2012) di Isidoro Valcárcel Medina.

Six Ways to Sunday, un programma pluriennale con il quale ogni anno Peep-Hole dedica un evento alla collaborazione con un’istituzione d’arte contemporanea, diventandone temporaneamente la project room satellite. Dopo MUSEION Bolzano nel 2010 e CAC Vilnius nel 2011, l’edizione del 2012 vede protagonista il CAC Brétigny.

CAC Brétigny è un centro d’arte contemporanea. La definizione e lo sviluppo dei suoi obiettivi hanno influenzato le attività dello spazio orientandolo alla produzione, esposizione e documentazione, in un processo di evoluzione continua. L’intera programmazione di mostre e collaborazioni con artisti viene svolta come un mezzo di creazione e di educazione, promuovendo le relazioni sociali del centro d’arte con il suo territorio. Diverse opere d’arte sono state realizzate appositamente per il CAC, queste sono allestite secondo l’idea del “Falanstero” e sono in esposizione permanente. cacbretigny.com

La mostra è parte del progetto Shrinking World realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo. Si ringraziano: The Museum of Contemporary Art, Los Angeles, Collezione Generali Foundation, Vienna, Electronic Arts Intermix (EAI), New York, The Felix Gonzalez-Torres Foundation, New York, Collezione FRAC Lorraine, Metz, Air de Paris, Parigi, GB Agency, Parigi, Galleria Raffaella Cortese, Milano, Hollybush Gardens, Londra, Galerie Peter Kilchmann, Zurigo, ProjecteSD, Barcellona, Prometeogallery di Ida Pisani Milano/Lucca. Un ringraziamento speciale alle mense di carità della città di Milano per l’opera di Isidoro Valcárcel Medina: Centro Sant’Antonio, Convento dei Padri Cappuccini, Opera Messa della Carità, Opera Pane Sant’Antonio, Opera San Francesco per i Poveri, Opera Pia Pane Quotidiano.

01. Peep-Hole, ingresso della mostra
Al centro: Isidoro Valcárcel Medina, No Necesita Título, 1990 Madrid - 2012 Milano
Courtesy l'artista
Ph: Alessandro Zambianchi

02. Esther Ferrer
Intime et personnel
1970s - 2012
Performance
Courtesy l'artista e FRAC Lorraine
Ph: Alessandro Zambianchi

03. Isidoro Valcárcel Medina
No Necesita Título, 1990 Madrid - 2012 Milano. Tavoli di ristorante, coperti per 6 persone, pasti dalle mense di carità della città di Milano. Courtesy l'artista
Esther Ferrer
Intime et personnel, 1970s - 2012. Wall drawing. Courtesy l'artista e FRAC Lorraine
Ph: Alessandro Zambianchi

04. Veduta della mostra
Da sinistra: Sanja Ivekovic, BIRRA, AMORE E FANTASIA/”OH” u OHA, 1975-76 dalla serie “Sweet Life” carta e fotomontaggio. Courtesy Generali Foundation Collection, Vienna. Isidoro Valcárcel Medina, No Necesita Título, 1990 Madrid - 2012 Milan, tavoli da ristorante, 6 coperti, pasti dalle mense di Carità della città. Courtesy l'artista. Felix Gonzalez-Torres, Untitled (A Corner of Baci), 1990, 19 kg di cioccolatini 'Baci'. Courtesy The Museum of Contemporary Art, Los Angeles.
Ph: Alessandro Zambianchi

05. Veduta della mostra
Ph: Alessandro Zambianchi 2012

06. Emilie Parendeau
A LOUER #8. JIŘÍ KOVANDA, UNTITLED
LAWRENCE WEINER, IN AND OUT. OUT AND IN. AND IN AND OUT. AND OUT AND IN, 2012, 2 kg di zollette di zucchero
Courtesy gb agency, Parigi e Ghislain Mollet-Viéville Collection / Mamco, Ginevra
Ph: Alessandro Zambianchi

07. Ben Kinmont
Congratulations, 1995, Bouquet di fiori spedito alla sede della mostra
Courtesy l’artista e Air de Paris, Parigi
Ph: Alessandro Zambianchi

08. Teresa Margolles
Plato de Fruta, 2004, ceramica
Courtesy l'artista e Galerie Peter Kilchmann, Zurigo
Ph: Alessandro Zambianchi

09. Martha Rosler
Semiotics of the Kitchen, 1975
video, 6:09 min.
Courtesy FRAC Lorraine e Electronic Arts Intermix, New York
Ph: Alessandro Zambianchi

10. Marcello Maloberti
Cleopatra, 2012
6 Cartoline, 6 pacchetti di sigarette
Courtesy l'artista e Galleria Raffaella Cortese, Milano
Ph: Alessandro Zambianchi

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